Piccoli assaggiatori in erba…

La scorsa settimana ho avuto il piacere di ospitare una classe del III Liceo Statale “V. Capialbi” di Vibo Valentia la quale con grande interesse e curiosità si è affacciata al mondo dell’olivicoltura calabrese e dell’analisi sensoriale di oli di qualità.

La location, tra le più belle, è stata l’azienda agricola Serratore Barbara che grazie alla sua posizione elevata domina il mare che si affaccia sulla costa tirrenica calabrese in prossimità delle spiagge di Pizzo Calabro, nota località turistica di pregio.

Inizialmente abbiamo fatto una passeggiata in una parte storica dell’azienda, dove tra gli sguardi stupiti dei giovani e tra qualche spavento per presunti passaggi di serpenti e qualche insetto che svolazzava, abbiamo parlato della storia dell’olivicoltura calabrese, del germoplasma autoctono e della fase fenologica in cui si trovava l’uliveto in questione.

I ragazzi hanno imparato per la prima volta a riconoscere due note varietà calabresi, la carolea (varietà a duplice attitudine) e la tonda di Filadelfia, una varietà poco conosciuta ma dalle proprietà organolettiche.

Diversi gli spunti di riflessione forniti dalle domande dei docenti e dei ragazzi.

Nella seconda fase della mattinata ci siamo concentrati ad imparare la tecnica dell’assaggio dell’olio d’oliva, cercando di individuare gli attributi positivi che un olio di qualità deve possedere.

Sentori di carciofo, pomodoro maturo, erba di campo hanno dapprima creato smorfie di disappunto nei “giovani assaggiatori”, che subito dopo si sono trasformati in sguardi incuriositi e un po’ increduli.

Si, perché anche l’olio d’oliva riserva piacevoli sorprese, è una parte ancora da scoprire.

È stato piacevole passare un po’ di tempo con dei ragazzi interessanti, i cui sogni in parte celati da un po’ di timidezza e altri raccontati con orgoglio, mi hanno dato conferma che i giovani hanno bisogno di stimoli educativi e di esempi di vita.

I ragazzi per fortuna a loro fianco avevano due docenti che di stimoli ne danno, complimenti anche  a loro!

Don Giovanni Bosco diceva: “Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani.”

La mia intervista su “l’Olivo News”

Focus Fleotribo

In questo periodo dell’anno passeggiando negli uliveti, dove ancora non sono stati gestiti i residui colturali, ci si può imbattere nella presenza del fleotribo (Phloeotribus scarabaeoides Bernard, 1788), detto anche olive bark beetle in inglese, uno scotilide xilofago che ama scavare delle gallerie nel legno dei nostri uliveti.

Un tempo i residui della potatura fungevano da esca e venivano lasciati proprio per attrarre gli insetti e successivamente si procedeva alla bruciatura degli stessi.
L’attrattività del legno di ulivo verso le femmine dello scotilide avviene per l’emissione di etilene, che generalmente si produce. Gli individui delle generazioni successive volano sulle piante andando a scavare gallerie all’ascella dei giovani rami, causandone il collassamento con successiva perdita degli stessi ma anche di eventuali fiori.